Un approfondimento sul caso del progetto Orobikeando, che consiste nella valorizzazione delle eccellenze agroalimentari dei territori coinvolti, attraverso la realizzazione di un percorso cicloturistico con un’azione specifica relativa ai servizi ecosistemici collegati con l’intervento.
Fonte: PianetaPSR.it – Il giornale dello Sviluppo Rurale
Uno degli strumenti delle politiche europee consolidati per la promozione dell’innovazione nelle aree rurali riguarda l’approccio LEADER con il quale è possibile mediare le risorse a livello locale attraverso la costituzione di partenariati territoriali tra il settore pubblico, quello privato e la società civile definendo i Gruppi di azione locale (GAL). Ed è proprio attraverso i GAL che è possibile elaborare e realizzare una strategia di sviluppo locale sostenibile insieme a progetti di cooperazione fra i territori, con la partecipazione diretta degli attori delle aree rurali. Il LEADER pertanto rappresenta un’importante occasione per sperimentare, da un lato nuove modalità e strumenti di gestione delle politiche per le aree rurali a tutti i livelli (nazionale, regionale e locale) e, dall’altro, strategie e azioni innovative. In particolare, i GAL possono svolgere un ruolo strategico nell’attivazione di patternvirtuosi di sviluppo endogeno locale delle aree rurali, mediante la creazione di attività in grado di integrare influenze esterne per la crescita locale.
I SERVIZI ECOSISTEMICI
Un caso esemplare può essere quello della valorizzazione dei Servizi Ecosistemici (SE) legati agli ecosistemi rurali, ormai largamente riconosciuti nel dibattito contestuale della nuova Politica Agricola Comune che si pone il problema di gestirli in maniera efficace ed efficiente. Ciò al fine di regolare positivamente l’utilizzo delle risorse naturali contribuendo allo stesso tempo allo sviluppo economico a scala locale, scongiurando i fenomeni che possono contribuire al degrado e alla perdita di resilienza di questi territori.
I SE, quindi, possono rivestire l’accezione di beni pubblici (es. servizi di approvvigionamento di cibo, acqua, fibre; quelli di regolazione del clima, la mitigazione dei rischi naturali, l’eredità e l’identità culturale, i valori estetici e ricreativi, la conservazione della biodiversità, ecc..) giustificando un eventuale intervento pubblico come quello dei Pagamenti per i servizi ecosistemici (PES). Tuttavia, l’attivazione di questi meccanismi implica una serie di condizioni legati alla precisa definizione di un servizio ecosistemico; all’identificazione dei ruoli dei fornitori (es. agricoltori) e dei fruitori (es. comunità locali); e alla relazione di continuità temporale. Malgrado vi siano ormai diversi studi intenti a fissarne le connotazioni, siamo di fronte ad un fenomeno emergente non ancora adeguatamente interpretato nelle sue dinamiche fondamentali, e proprio per la relativa difficoltà definitoria, vi è una sostanziale scarsità di azioni, strumenti e servizi di supporto orientati a sostenerne lo sviluppo, diffusione e consolidamento oltre che alla stessa gestione dei PES.
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